I diritti

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“UNA CARTA PER TRE DIRITTI: I DIRITTI DEI BAMBINI; I DIRITTI DEGLI INSEGNANTI, I DIRITTI DEI GENITORI”

UNA CARTA PER TRE DIRITTI: I DIRITTI DEI BAMBINI; I DIRITTI DEGLI INSEGNANTI, I DIRITTI DEI GENITORI”

I diritti dei bambini.

I diritti dei bambini di essere riconosciuti soggetti di diritti individuali giuridici, civili, sociali, portatori e costruttori di proprie culture e pertanto partecipanti attivi all’organizzazione delle loro identità, autonomie e competenze, attraverso relazioni e interazioni con i coetanei, gli adulti, le idee, le cose, gli eventi veri e immaginari di mondi comunicanti .

Ciò mentre stabilisce premesse fondamentali per una più alta condizione di cittadinanza dell’individuo e dei rapporti interumani, accredita ai bambini e a ogni bambino, dotazioni e potenzialità native di straordinaria ricchezza , forza, creatività, che non possono essere misconosciute e deluse se non provocando sofferenze e impoverimenti spesso irreversibili.

Di qui il diritto dei bambini di realizzare ed espandere tutte le loro potenzialità valorizzando le capacità di socializzare, raccogliendo affetto e fiducia e appagando i loro bisogni e desideri di apprendere: tanto più se rassicurati da un efficace alleanza degli adulti pronti a prestiti e aiuti che privilegino, più che la trasmissioni di saperi e abilità, la ricerca delle strategie costruttive del pensiero e dell’agire.

Quest’ultimo aspetto è ciò che concorre a formare intelligenze creative, saperi liberi e individualità riflessive e sensibili attraverso ininterrotti processi di differenziazioni e integrazioni con l’altro da sé e le altre culture.

 

I diritti degli insegnanti

I diritti degli insegnanti e degli operatori di ogni scuola di contribuire all’elaborazione e all’approfondimento dei quadri concettuali che definiscono contenuti, finalità e pratiche dell’educazione, attraverso confronti aperti fra loro, con i componenti del coordinamento pedagogico e dei consigli di gestione sociale, in sintonia con i diritti dei bambini e dei genitori.

In questo modo, concorrono alle scelte dei metodi, delle didattiche, dei progetti di ricerca e osservazione, dei campi di esperienza, degli auto-aggiornamenti ricognitivi e degli aggiornamenti professionali comuni, delle iniziative culturali, dei compiti della gestione sociale, e infine dei problemi connessi con l’organizzazione degli ambienti e del lavoro.

Questa rete collaborativa e di interazioni multiple che si affida al contributo delle idee e delle competenze di ognuno e di tutti, sempre aperta all’aggiornamento e alla sperimentazione, è già la proposta di un modello di ricerca, di interazione educativa di cultura e di vita.

Un modello che non solo rianima i ruoli della scuola e della famiglia, ma rinnova e rafforza profondamente le forme sociali di costruzione e ricostruzione dei saperi rappresentandosi ai bambini come qualcosa di molto vivo e stimolante, perfettamente integrabile con i bisogni e desideri del loro mondo relazionale e di appropriazione conoscitiva.

 

I diritti dei genitori

I diritti dei genitori di partecipare attivamente e con libera adesione ai principi statutari, alle esperienze di crescita, cura, formazione dei propri figli affidati all’istituzione pubblica. Niente delega, niente estraniazione. Conferma invece di una presenza e di un ruolo dei genitori avvalorati dalla nostra lunga tradizione istituzionale.

Da una parte, una forte, insistente sollecitazione della scuola che sa quanto può ricavare da una buona collaborazione delle famiglie per una maggiore sicurezza e serenità dei bambini e per l’avvio di una rete comunicativa che conduca ad una più vera e reciproca conoscenza e a una più proficua e condivisa ricerca delle modalità, dei contenuti e dei valori di una più efficace educazione.

Dall’altra parte, genitori prevalentemente giovani, di diversa occupazione, maturità, cultura, spesso di altra provenienza etnica, ma tutti in conflitto con l’esiguità dei tempi disponibili, i costi della vita, le difficoltà dei compiti, le paure delle solitudini, le inquietudini del futuro e tutti con un gran bisogno e desiderio di contare, parlare, discutere e riflettere sui loro problemi, soprattutto sui temi di crescita ed educazione dei loro figli.

Se scuola e genitori convergono verso una cultura collaborativi e interattiva, che è una scelta razionale e vantaggiosa per tutti perché tutti inseguono esperienze più cariche di senso, allora si capisce quanto sia ostile e erronea la pedagogia dell’autosufficienza e della prescrizione e sia invece amica e feconda la pedagogia della partecipazione e della ricerca.

Partecipazione e ricerca sono in effetti due termini capaci di riassumere i requisiti migliori per avviare e sostenere la realizzazione dell’intesa cooperativa tra genitori e insegnanti coi valori che essa aggiunge alla prospettiva educativa dei bambini.

 

(Loris Malaguzzi, Reggio Emilia , gennaio 1993)