Dragoncello
Tassoni ritiene che Dragoncello sia un comune toponimo derivato da Artemisia Dragunculus, erba che alcuni coltivano nell'orto e usano nella composizione dell'aceto, od anche da draco, corso d'acqua.
Olivieri lo connette, invece, alla voce bergamasca drag, drago, frana, scoscendimento. Dragoncello è menzionato per la prima volta in un atto di donazione del vescovo di Mantova, in data 5 maggio 1082, al nipote, canonico Ubaldo: "[...] et super Bandignolum usque ad Dragonzellum, et a Dragonzello in susum usque adTriseclari [...]".
Nel citato Liber flu (A.S.M.), libro dei possedimenti dei Gonzaga di Mantova, sono menzionate, in data 1387, una possessione "in territorio Podii ad Dragonzellum", concessa da Francesco Gonzaga a Redulfinus Finettis, e, in data 1443, alcune pezze di terra, "emptio ad Dragoncellum", "[...] ad Dragoncellum penes canale Piscalorum", "ad Dragoncellum penes vallem Inferni [...] ed Dossum Inferni [...]".
Nell'Archivio Gonzaga è conservato un "quinternetto di carte che contiene gli inventari delle Corti di ragione del Signor Duca di Mantova". Trascrivo dall'inventario della corte di Dragoncello del 10 febbraio 1542: "Casamento con due Fenili, uno de porte otto e l'altro cinque con la casa dove sta il fator e una cassina et casearia et casa dove sta il casaro, con bb. 546 de prati e pascholi, bb. 60 de terra arativa, vignata, salesiva e casamentiva con una casa ed un fenile murato e copato dove sta il lavorante [...]. Sopra detti fenili ci sono carri 255 de feno, in detti fenili 48 cavalli".
Rinaldo Andreasi, vicario di Revere, in data 17 marzo 1554, comunica al duca che "tre infelici conta- dini [...] homini gagliardi e pratichi su l'acqua, homini da bene, mentre portavano a Revere un poco di fieno in burchiello tolto a Boccazzola si sono annegati al Dragoncel di sopra [...] sono annegati in acqua morta. Altri dicono siano stati morti non annegati [...] avevano infatti alcune sgorbiature nel volto e una ponctura piccola nella gola".
Nel catasto della Curia del Poggio, redatto nel 1586, dopo la divisione delle due Corti, la Piccola e la Grande, è menzionata "una pezza di terra in contratis Dragoncelli", vicino al Canal Bianco.
Nel nuovo estimo del Comune di Poggio Rusco del 1823, i più grandi proprietari delle terre di Dragoncello sono i nobili Arrigoni, Gonzaga principe Nicola, Gonzaga principe Giovanni, Gonzaga principe Luigi. E un solo borghese, Gaspare Borchetta.
[Da “Poggio Rusco Paese di confine” di Clines Bazolli, ed. Sometti]