Quattrocase

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Secondo la Grande Illustrazione del Lombardo- Veneto (II, 568), Quattrocase "dovrebbe il suo nome all'esservi stata fondata la chiesa, nell'anno 1488, da quattro famiglie del luogo".

Il toponimo Quattrocase è, però, in documenti precedenti questa data. Nell'Archivio Gonzaga, Liber Flu, si trova un atto di donazione di Francesco Gonzaga a Francesco de Zaffardis, datato 1409, relativo ad un latifondo che da Quattrocase si estendeva sino a Mulo (Villa Poma): "in territorio Muli ed Podii Deliquatarcha". Nello stesso Archivio, Corrispondenza dai paesi, c'è una lettera del 5 agosto 1461 in cui Giovanni Francesco della Mirandola fa presente al Duca di Mantova che "uomini del Pozzo e da le quattrocha vengono sul mio a robbare, per cui ho ordinato che se alcuni verranno presi gli sia tolto il carro e siano condannati iuxta el statuto de la mirandola". Qualche anno dopo, nel 1473, in una lettera al Duca, il console di Boschi (Magnacavallo) comunica che "a le Quatroca gli è stato morto (ucciso) un tale Cristofoletto abitante al Poggio". Nel 1516 il marchese Sigismondo Gonzaga, cardinale e vescovo di Mantova, concesse al diletto Pietro Lanzoni il giuspatronato dell'oratorio de "le Quattrocà, penes Villa Podii", che venne elevato "a perpetuo beneficio et Capellania sub incoronazione et vocabulo Sanctae Caterinae", con l'assegnazione di biolche 12 e 43 tavole di terreno. Quindici giorni prima, il 15 agosto, Rinaldo Andreasi, vicario di Revere, informava il duca, che "hieri sotto la villa delle quattro case era stato sulla strada pubblica un certo Giovanni soldato trovato morto, et ammazzato con molte ferite"
 
L'oratorio di Quattrocase venne visitato, il 30 agosto del 1544, dal Reverendo Vicario Mons. Marno, il quale testificò che "in esso celebra messa Don Zacharias de Vineis, annorum 37, nihil sciens; et habet de salario bobulcas 12 terrae". Il 21 giugno 1536, Francesco Lanzoni notificò al Duca che soldati (i Lanzichenecchi, feroci mercenari tedeschi, accampati a S. Giustina di Mirandola e a Tramuschio) erano sconfinati nel Mantovano, creando fastidiosi problemi. "Sono stati - scrive - a Poggio, poi a Dragoncello. Ora, si dice, mirano ali quattrocha". Nell'Archivio Diocesano di Mantova è conservato un documento, in data 18 settembre 1731, in cui si legge che "il signor Marchese Paleotti cede e rinuncia al Signor Lanzoni il gius di patronato della chiesa delle quattro Cà, ossia al beneficio semplice eretto di detta chiesa". L'anno dopo, il giurispatronato passò "dalli Signori Senatori Ippolito e Pietro Fratelli Lanzoni al Signor Marchese AnnibalePaleotti Lanzoni".